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Il signor congiuntivo.

 
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Autore Messaggio
padano1968
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MessaggioInviato: Lun 05 Ott, 2009 6:51    Oggetto: Il signor congiuntivo. Rispondi citando

Anche se ha sostenuto l'importanza di candidare solo persone che non sono mai state condannate dalla giustizia, il suo partito, Italia dei Valori, ha candidato uomini come Pancho Pardi, ex sostenitore del movimento della sinistra extraparlamentare Potere operaio, condannato ad un mese di carcere per "Manifestazione non autorizzata". Tuttavia già prima di candidarsi con l'IDV si era dissociato pubblicamente da tale passato violento.

Antonio Di Pietro da molti anni viene aspramente criticato per la gestione personalistica e familistica del suo partito Italia Dei Valori. Tra i più critici il quotidiano Il Giornale, la rivista Panorama (entrambi di proprietà della famiglia Berlusconi) e RadioRadicale.it, il sito web dell'emittente radiofonica Radio Radicale.

Nell'aprile 2009 il Parlamento Europeo ha confermato (654 voti favorevoli, 11 contrari e 13 astenuti) l'immunità parlamentare a vantaggio di Di Pietro, bloccando la causa civile per diffamazione intentatagli dal giudice Filippo Verde a seguito di un articolo pubblicato sul sito dell'Italia dei Valori. Infatti, nel commentare il processo pendente dinanzi al Tribunale di Milano per la vicenda IMI-SIR/Lodo Mondadori, Di Pietro affermava che Verde era stato accusato di corruzione per aver accettato una tangente al fine di "aggiustare" una sentenza. In effetti, Filippo Verde non è mai stato coinvolto nella vicenda processuale del Lodo Mondadori, mentre lo è stato nel processo IMI-SIR, nell'ambito del quale era stato assolto da tutte le imputazioni contestategli. L'unico italiano che si è espresso con voto contrario è stato Roberto Fiore.

Sul proprio sito personale Di Pietro ha pubblicato una serie di risposte alle accuse più popolarmente rivoltegli, prima in una pagina denominata ["Calunnie, solo calunnie"] e successivamente nella pagina ["Sei risposte a Libero"]. La pagina è stata pubblicata anche sul giornale Libero di Vittorio Feltri (giornale vicino alle opinioni politiche del centro-destra), in quanto ideale risposta ad un editoriale scritto da Feltri stesso giorni prima.

L'Ordine degli Avvocati di Bergamo, Foro presso il quale l'ex magistrato attualmente esercita la professione di avvocato, in data 7 luglio 2009, ha inflitto ad Antonio Di Pietro la sanzione della sospensione disciplinare per la violazione del divieto di assumere incarichi contro ex clienti di cui all'articolo 51 del codice deontologico della professione forense. Il riferimento è al processo, svoltosi in Corte d'Assise a Campobasso, nel quale Di Pietro era il legale di parte civile per l'omicidio di Giuliana D'Ascenzo, compaesana di Montenero di Bisaccia, e nel quale imputato era Pasqualino Cianci, precedentemente assistito proprio da Di Pietro.
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padano1968
Ospite





MessaggioInviato: Lun 05 Ott, 2009 17:03    Oggetto: Rispondi citando

RIONERO IN VULTURE (4 ottobre) - Le accuse piovute dai dipietristi in Parlamento lo avevano già molto indispettito nei giorni scorsi. Tanto che Napolitano aveva deciso di scrivere quella nota, venerdì, per spiegare perché si apprestava a firmare lo scudo fiscale. Non sono usuali le note d’accompagno alla firma di una legge. Ma il «non firmare» gridato dall’Idv e ripetuto in piazza dalla sinistra radicale ma anche da tanti cittadini comuni, contribuenti onesti indignati per quel vantaggio concesso ai disonesti, lo aveva turbato. Accusa pilotata e assolutamente demagogica, come se la presidenza della Repubblica non fosse intervenuta per chiedere già sul decreto anti crisi precisazioni e correzioni, ottenendole, fin dall’agosto scorso. Dare l’idea che il Quirinale firmi le leggi solo se è d’accordo è un falso politico.

Che a nulla fosse servito chiarire che non era un’amnistia, come la Corte costituzionale aveva sancito; che il riciclaggio sarebbe stato ugualmente punito; che il governo aveva dato ufficiali rassicurazioni sull’azione penale e che gli evasori già perseguiti sarebbero rimasti punibili, bene, che tutto questo compresa la tirata d’orecchie al governo per non aver inserito lo scudo nel decreto anti crisi fosse accolto da un esercito di sordi lo aveva fatto arrabbiare. Così, ieri mattina a Rionero, quando tra la gente plaudente è rispuntato il «non firmare» il capo dello Stato ha detto la sua, in modo secco e agitando le braccia, come s’è visto in tv. All’uomo che gli aveva rivolto l’appello un insegnante che i compaesani definiscono uno senza tessere di partito ha replicato con tono indignato: «Nella Costituzione c’è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi, il Parlamento vota un’altra volta quella legge. Nella Costituzione c’è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare». «Se mi dite non firmare, allora non sapete che non significa niente».

Seccato, seccatissimo che il Colle, impegnato a garantire il suo essere super partes, potesse essere ritenuto responsabile e proprio nel giorno in cui incredibile paradosso i giornali scrivevano che l’opposizione, con le sue assenze in aula, s’era suicidata, perché avrebbe potuto bocciare lo scudo e mandare sotto Berlusconi. E con il sindaco di Rionero, Antonio Placido, il presidente s’è lamentato che certi partiti cavalchino campagne populiste e demagogiche, in una facile caccia al consenso, senza rispettare la massima istituzione del Paese e, anzi, gettandole addosso il fango del dubbio.

Il Messaggero.
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padano1968
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MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2009 6:58    Oggetto: Rispondi citando

Consiglio questo libro:
Il tribuno.
Storia politica di Antonio Di Pietro un libro di Alberico Giostra

Viene ricostruita per la prima volta la parabola politica di Antonio Di Pietro, dalle amicizie della Milano da bere alle adunate in piazza con Beppe Grillo e Sabina Guzzanti, passando per l'epopea di Mani Pulite, le dimissioni dalla magistratura, gli incarichi da ministro, le vicissitudini giudiziarie, fino all'attuale, decisivo ruolo nella scena politica italiana. Ne esce il ritratto di un uomo dominato dalle passioni e dall'ambizione, un moderno trasformista di idee conservatrici, insofferente verso ogni patto e alleanza. Un uomo che parla alle viscere degli italiani ossessionati da Berlusconi e dalla Casta, ma che della Casta non rinuncia ai privilegi. Un tenace combattente, un moderno tribuno, molto amato e altrettanto odiato, che da magistrato ha dato tanto all'Italia e da politico cercherà in tutti i modi di diventarne la guida.
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padano1968
Ospite





MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2009 7:00    Oggetto: Rispondi citando

Inchiesta sui "valori" del partito di DI PIETRO. PANNELLA: "deve ritirarsi dalla POLITICA"
11/02/2008
11 feb. - Radio Radicale ha realizzato un'inchiesta sull'Italia dei
Valori. Uno speciale dedicato ad Antonio Di Pietro e al suo movimento che,
stando a quanto dichiarato da uno degli intervistati, l'ex segretario Idv di
Catanzaro Francesco Romano, sta ricevendo l'intera Udeur Calabrese.

compreso l'europarlamentare Armando Veneto, noto penalista di Palmi
eletto con il partito di Clemente Mastella e che in occasione dei funerali
di Girolamo Piromalli, esponente di peso della 'Ndrangheta, tenne l'orazione
funebre a nome della famiglia.

Radio Radicale ha poi raccolto la testimonianza di Elio Veltri, sodale
politico di Di Pietro per un lungo periodo di tempo. Veltri ha denunciato la
presenza tra le fila dell'Idv di personale politico 'molto discutibile' sul
piano morale, esponenti provenienti in gran parte dall'Udeur, oltre ad una
diffusa pratica di gestione del tutto personalistica del rimborso
elettorale.

Di fatto l'esistenza di una Italia dei Valori parallela, costituita da
soli tre soci,cioè da Di Pietro stesso, da sua moglie e dalla tesoriera
Silvana Mura, creata per percepire il rimborso senza darne conto a nessuno.
Aspetti già analizzati in precedenza da un servizio giornalistico pubblicato
da Panorama e realizzato da Laura Maragnani.

La giornalista di Panorama ha raccontato a Radio Radicale come è
strutturata la rete di società che stanno intorno ad Antonio Di Pietro,
addirittura una società immobiliare nell'Europa dell'est.

Il servizio di Radio Radicale si conclude con l'intervista
all'avvocato Francesco Paola che rappresenta Achille Occhetto nella causa
che lo vede opposto a Di Pietro per il possesso dei rimborso elettorale
delle elezioni europee del 2001 interamente acquisito da Di Pietro senza
aver versato un solo euro al movimento di Occhetto "Il Cantiere" con cui
l'Idv presentò le liste.
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padano1968
Ospite





MessaggioInviato: Ven 09 Ott, 2009 7:00    Oggetto: Rispondi citando

ECCO CHI E' DI PIETRO
Le ragioni della fuoriuscita di Elio Veltri dall'Italia dei Valori: le
persone per bene se ne andavano e arrivavano persone poco raccomandabili.

Non era un partito, ma una gestione personale senza meccanismi democratici.
L'immobiliare di Di Pietro e l'esistenza di un'Italia dei valori clandestina
gestita da tre persone.

L'avvocato Francesco Paola spiega invece il ricorso de "Il cantiere" contro
l'Italia dei valori rispetto ai rimborsi elettorali.


audio-intervista
http://www.radioradicale.it/scheda/2...rancesco-paola
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Elvino



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Messaggi: 278
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MessaggioInviato: Sab 10 Ott, 2009 13:18    Oggetto: Rispondi citando

TUTTO CIÒ CHE PENSO DI BERLUSCONI

di Umberto Bossi, ministro delle Riforme Istituzionali del governo Berlusconi


Silvio Berlusconi era il portaborse di Bettino Craxi. E' una costola del vecchio regime. E' il più efficace riciclatore dei calcinacci del pentapartito. Mentre la Lega faceva cadere il regime, lui stava nel Mulino Bianco, col parrucchino e la plastica facciale. Lui è un tubo vuoto qualunquista. Ma non l'avete visto, oggi, tutto impomatato fra le nuvole azzurre?
Berlusconi è bollito. E' un povero pirla, un traditore del Nord, un poveraccio asservito all'Ulivo, segue anche lui l'esercito di Franceschiello dietro il caporale D'Alema con la sua trombetta. Io ho la memoria lunga. Ma chi è Berlusconi? Il suo Polo è morto e sepolto, la Lega non va con i morti. La trattativa Lega-Forza Italia se l'è inventata lui, poveraccio. Il partito di Berlusconi neo-Caf non potrà mai fare accordi con la Lega. Lui è la bistecca e la Lega il pestacarne.

Berlusconi mostra le stesse caratteristiche dei dittatori. E' un kaiser in doppiopetto. Un piccolo tiranno, anzi è il capocomico del teatrino della politica. Un Peròn della mutua. E' molto peggio di Pinochet. Ha qualcosa di nazistoide, di mafioso. Il piduista è una volpe infida pronta a fare razzia nel mio pollaio.

Berlusconi è l'uomo della mafia. E' un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra. C'è qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo è un mafioso. Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora. Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente. Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi? Dalle finanziarie della mafia? Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi è riuscito a tenersi tutta la baracca.

In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra. Bisognerebbe conoscere le sue radici, la sua storia. Gelli fece il progetto Italia e c'era il buon Berlusconi nella P2. Poi nacquero le Holding. Come potrà mai la magistratura fare il suo dovere e andare a vedere da dove vengono quei quattrini, ricordando che la mafia quei quattrini li fa con la droga e che di droga al Nord sono morti decine di migliaia di ragazzi che ora gridano da sottoterra? Se lui vuole sapere la storia della caduta del suo governo, venga da me che gliela spiego io: sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l'ho abbattuto.

Quel brutto mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano.

Forza Italia è stata creata da Marcello Dell'Utri. Guardate che gli interessi reali spesso non appaiono. In televisione compaiono volti gentili che te la raccontano su, che sembrano per bene. Ma guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga, e la droga ha ucciso migliaia e migliaia di giovani, soprattutto al Nord. Palermo ha in mano le televisioni, in grado di entrare nelle case dei bravi e imbecilli cittadini del Nord.

Berlusconi ha fatto ciò che ha voluto con le televisioni, anche regionali, in barba perfino alla legge Mammì. Molte ricchezze sono vergognose, perché vengono da decine di migliaia di morti. Non è vero che 'pecunia non olet'.

C'è denaro buono che ha odore di sudore, e c'è denaro che ha odore di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore. Incontrare di nuovo Berlusconi ad Arcore? Lo escludo, niente più accordi col Polo. Tre anni fa pensarono di farci il maleficio. Il mago Berlusconi ci disse: "Chi esce dal cerchio magico, cioè dal mio governo, muore". Noi uscimmo e mandammo indietro il maleficio al mago. Non c'è marchingegno stregato che oggi ci possa far rientrare nel cerchio del berlusconismo. Con questa gente, niente accordi politici: è un partito in cui milita Dell'Utri, inquisito per mafia.
La "Padania" chiede a Berlusconi se è mafioso? Ma è andata fin troppo leggera! Doveva andare più a fondo, con quelle carogne legate a Craxi. Io con Berlusconi sarò il guardiano del baro.

Siamo in una situazione pericolosa per la democrazia: se quello va a Palazzo Chigi, vince un partito che non esiste, vince un uomo solo, il Tecnocrate, l'Autocrate. Io dico quel che penso, lui fa quel che incassa.

Tratta lo Stato come una società per azioni. Ma chi si crede di essere: Nembo Kid?
Ma vi pare possibile che uno che possiede 140 aziende possa fare gli interessi dei cittadini? Quando quello piange, fatevi una risata: vuol dire che va tutto bene, che non è ancora riuscito a mettere le mani sulla cassaforte. Bisogna che Berlusconi-Berluscosa-Berluskaz-Berluskaiser si metta in testa che con i bergamaschi io ho fatto un patto di sangue: gli ho giurato che avrei fatto di tutto per avere il cambiamento. E non c'è villa, non c'è regalo, non c'è ammiccamento che mi possa far cambiare strada... Berluscoso deve sapere che dalle nostre parti la gente è pronta a fargli un culo così: bastano due secondi, e dovrà scappare di notte. Se vedono che li ha imbrogliati, quelli del Nord gli arrotolano su le sue belle ville e i suoi prati all'inglese e scaraventano tutto nel Lambro.

Berlusconi, come presidente del Consiglio, è stato un dramma.
Quando è in ballo la democrazia, a qualcuno potrebbe anche venire in mente di fargli saltare i tralicci dei ripetitori. Perché lui con le televisioni fa il lavaggio del cervello alla gente, col solito imbroglio del venditore di fustini del detersivo.

Le sue televisioni sono contro la Costituzione. Bisogna portargliele via. Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima, da Sudamerica. Un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze tv per condizionare la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E' ora di mettere fine a questa vergogna.

Se lo votate, quello vi porta via anche i paracarri.
Se cade Berlusconi, cade tutto il Polo, e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno cadere: perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna, e per questo lo tengono in piedi.
Ma il poveretto di Arcore sente che il bidone forzitalista e polista, il partito degli americani, gli va a scatafascio. Un massone, un piduista come l'arcorista è sempre stato un problema di "Cosa sua" o "Cosa nostra". Ma attento, Berlusconi: né mafia, né P2, né America riusciranno a distruggere la nostra società. E lui alla fine avrà un piccolo posto all'Inferno, perché quello lì non se lo pigliano nemmeno in Purgatorio.

Perché è Berlusconi che dovrà sparire dalla circolazione, non la Lega. Non siamo noi che litighiamo con Berlusconi, è la Storia che litiga con lui.


(le frasi contenute nel testo sono state pronunciate testualmente da Umberto Bossi fra il 1994 e il 1999, cioè durante le tensioni del primo governo Berlusconi, dopo la rottura fra Bossi e Berlusconi nel dicembre 1994 e prima della loro riappacificazione alla fine del 1999. Le date esatte delle dichiarazioni, tratte da giornali quotidiani e agenzie di stampa, sono le seguenti: 1,7,9,10,13 marzo 1994; 5 aprile 1994; 4,11,23,31 maggio 1994; 1,12,17 giugno 1994; 29 luglio 1994; 6,8,13 agosto 1994; 1 settembre 1994; 6,20,23 dicembre 1994; 14 gennaio 1995; 22 marzo 1995; 13 aprile 1995; 10 giugno 1995; 29 luglio 1995; 25 gennaio 1996; 14,19,25 agosto 1997; 18 giugno 1998; 22 luglio 1998; 13 settembre 1998; 3, 27 ottobre 1998; 24 febbraio 1999; 13 aprile 1999; 10 settembre 1999; 19 ottobre 1999.
_________________
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padano1968
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MessaggioInviato: Sab 10 Ott, 2009 13:52    Oggetto: Rispondi citando

Attieniti al tema,qui si parla del forcaiolo.
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