Inviato: Sab 04 Feb, 2012 19:10 Oggetto: CMV e misticismo fantasy
Secondo lo scrittore svizzero Floco Tausin i CMV sarebbero prodotti della coscienza perciò l'approccio, a quella che secondo lui non è una malattia ma un'opportunità, dovrebbe essere mistico.
Imparare ad osservare i propri floaters porterebbe a sviluppare il cosiddetto terzo occhio, perciò anzichè cercare di eliminarli dovremmo imparare ad amarli.
Secondo questa fantasiosa teoria, esposta in un libro di ben 368 pagine, chi ha i floaters ha una marcia in più rispetto alla gente normale perchè ha più possibilità di raggiungere livelli di coscienza espansa.
Ciao.
Ma la sua tesi in realtà in che cosa consisterebbe di preciso? Come dovrebbe funzionare questo presunto collegamento/attivazione del terzo occhio? A meno che il concetto non sia simile a quello espresso da Claudia Rainville in "Ogni sintomo è un messaggio", per cui ogni malattia ha un significato ed è anche un'opportunità di evoluzione personale.
Ciao Elena,
non ho comprato il libro del Sig. Tausin, per cui non so esattamente quali siano le sue indicazioni per l'attivazione del terzo occhio attraverso l'osservazione dei propri floaters, ammesso che sia possibile una cosa del genere; quel che so della sua tesi l'ho appreso dalle pagine del suo sito.
E' indubbio che ogni malattia porti ad un'evoluzione personale, ma non so se è questo il concetto che Floco Tausin vuole esprimere nel suo libro.
In realtà io ho aperto questo topic solo per sdrammatizzare un po', dato che ultimamente gli interventi giravano per lo più intorno al topic dei "pensieri suicidi", pensando che questa storia potesse in qualche modo servire a risollevare un po' il morale.
Ciao. Ho visto il topic di cui parli, hai fatto bene a sdrammatizzare!!!
Sicuramente, Floco Tausin a parte, un approccio olistico alla medicina è sempre positivo. A volte sintomi simili possono essere ricondotti a disturbi diversi e solo osservando il paziente nel suo insieme si riesce a capire e a curare. In questo credo consista il grosso limite della medicina ufficiale, molto spesso: considerare l'insieme dell'individuo solo quando il quadro dei sintomi è enorme e minimizzare quando, come per le miodesopsie, sembra che il problema dopotutto non sia così grave semplicemente perché molto circoscritto. Forse, anzi sicuramente, il fatto che pochissimi oculisti facciano ricerca in proposito è prima di tutto un problema culturale.
un approccio olistico alla medicina è sempre positivo. A volte sintomi simili possono essere ricondotti a disturbi diversi e solo osservando il paziente nel suo insieme si riesce a capire e a curare. In questo credo consista il grosso limite della medicina ufficiale, molto spesso: considerare l'insieme dell'individuo solo quando il quadro dei sintomi è enorme e minimizzare quando, come per le miodesopsie, sembra che il problema dopotutto non sia così grave semplicemente perché molto circoscritto. Forse, anzi sicuramente, il fatto che pochissimi oculisti facciano ricerca in proposito è prima di tutto un problema culturale.
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