Inviato: Mar 29 Mar, 2011 16:57 Oggetto: alterazione riflesso maculare
gentili dottori...ho fatto una visita oculistica con fondo dell'occhio per problemi di miodesospie ed il referto è stato "ciuffo vitreale paravascolare". non è questo che mi preoccupa, quanto l'ulteriore passaggio del referto "alterazione del normale riflesso maculare" a seguito del quale il dottore mi ha prescritto un campo visivo e un oct. In attesa di fare questi esami, poichè sono assolutamente ignorante in materia, mi domandavo se qualcuno di voi sapesse anche solo in line indicativa di cosa stiamo parlando....ho solo 35 anni.....ho il sincero timore di poter perdere la vista....ho capito solo che il problema riguarda la retina...aiutatemi...sono angosciata
Stai serena cuccetta, esegui l'oct ed il campo visivo con molta tranquillità in quanto sono esami molto importanti ed utilissimi. Vedrai che non si tratta di nulla di serio!
P.S.: un consiglio spassionato, dovendo eseguire un CVC (campo visivo computerizzto) richiedi espressamente di eseguire un CVC a stimolo blu su fondo giallo (la cosiddetta SWAP, Short-Wavelength Automated Perimetry) in quanto è molto più accurato nell'evidenziare eventuali problemi. _________________ T E X = [Moderatore]
non so come ringraziarti....sono giorni che mi immagino già non vedente.......avevo bisogno almeno di un incoraggiamento....speriamo bene.....anche se sono conivnta che i problemi di macula non siano mai cose di poco rilievo...
Scusa Tex per la TOTALE ignoranza, ma mi potresti spiegare, in poche parole, che differenza c'è fra OCT, CVC, SWAP, l'ECO B-SCAN che citi in un altro topic e l'OPTOMAP?
Grazie Tex, ho letto tutto;
se non ho capito male, detto in parole molto povere, SWAP è la versione più sofisticata del CVC e vengono entrambi utilizzati prevalentemente per verificare che non ci sia un glaucoma;
OCT ed ECOGRAFIA sono due metodi diversi per indagare prevalentemente eventuali patologie della retina e della macula;
mentre l'OPTOMAP serve solo per visualizzare la retina in sostituzione della "classica" visita in midriasi del fondo oculare (dico "solo" perchè mi pare che non possa sostituire l'oct o l'ecografia).
Ma, a questo punto, se in Italia l'Optomap non c'è, chi ha problemi con i midriatici non potrebbe semplicemente saltare questa visita preliminare e farsi fare direttamente un'OCT?
Il discorso riguardo l'utilità dell'OPTOMAP è un pochino più complesso... Comunque il linea di principio chi ha problemi coi midriatici per il momento non può fare granchè in Italia... Se vuole un fundus fatto bene coi metodi classici devo sottoporsi alla maledetta midriasi... In attesa magari che qualche studio oculistico di una certa importanza decida finalmente di investire nell'acquisto dell'apparecchiatura OPTOMAP...
P.S.: OCT e FUNDUS OCULI non si escludono a vicenda, sono complementari! _________________ T E X = [Moderatore]
Carissimi,
a volte veramente mi sembra di capire che certe cose banali,nella diagnostica strumentale,siano considerate RIVOLUZIONARIE anche se sono,in altro modo conosciute ed effettuabili con altre metodiche routinarie!!!
L'OPTOMAP si basa sul principio del PanOptic di Welch Allyn che è uno strumento con cui è esguibile un'oftalmoscopia panoramica,senza dilatazione con possibile reperto fotografico.
Sviluppato e brevettato da Welch Allyn – ideatrice del primo oftalmoscopio a luce diretta, PanOptic utilizza una tecnologia particolare che è la Axial Point Source.
PanOptic semplifica la diagnosi anche in presenza di pupille ristrette consentendo una visione “panoramica” del fondo dell’occhio, impossibile da avere con un oftalmoscopio standard e con pupille non dilatate.
PanOptic offre:
• Facile diagnosi anche con pupille ristrette
• Visione del fondo dell’occhio quintuplicata rispetto ad un oftalmoscopio standard
• Ingrandimento superiore del 26%
• Campo visivo panoramico di 25°
• Ottimale distanza fra medico e paziente per un miglior comfort
ABBIAMO DETTO PERO' CHE FORNISCE "visione “panoramica” del fondo dell’occhio, impossibile da avere con un oftalmoscopio standard e con pupille non dilatate",OVVERO CHE CONSEGUE RISULTATI NON POSSIBILI CON UN OFTALMOSCOPIO STANDARD!!!!
Se Dio vuole Berta non flila più ed è più di un decennio che faccio oftalmoscopia panoramica al biomicroscopio con lenti NO-TOUCH che danno risultati MIGLIORI di quello in oggetto!!!
Quindi dove è la novità,in uno strumento che si usa da solo senzqa lampada a fessura o cosa????
Panfundoscopia di Mainster ,Rodenstok,Osher e via andando,ce ne sono per trattamenti laser(ma che fanno comunque panfundoscopia!!) e non!!!
Quindi lo strumento in oggetto è utile ......ma solamente come tante altre metodiche!!
L'optomap è più coreografico e dà anche la possibilità di fotografare il fundus,come però tante altre funduscamere digitali miotiche!!
Un caro saluto.
Prof.D.Siravo
siravo@supereva.it http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
Grazie Prof. per i suoi chiarimenti esaustivi ed interessanti.
Siccome credo che l'effetto "coreografico e scenico" di un'apparecchiatura non interessi ovviamente proprio a nessuno, vorrei invece domandarle una cosa molto più "pratica":
un povero individuo con gli occhi devastati da diverse patologie oculari compresenti che necessitano monitoraggio costante(CRSC recidivante, DISTROFIA DELL'EPR, GLAUCOMA, CMV + PVD) e che NON TOLLERA assolutamente la midriasi, a quale tipo di apparecchiatura deve rivolgersi per eseguire un fundus il più possibile completo, dettagliato e affidabile? _________________ T E X = [Moderatore]
Carissimo,
BANALE ESAME BIOMICROSCOPICO RETINICO CON LENTI DA BIOMICROSCOPIA PANFUNDUSCOPICA IN MIOSI,IO NE HO QUATTRO TIPI,LE STESSE LENTI CHE POSSONO ESSERE USATE PER LA FOTOCOAGULAZIONE RETINICA!!!
OCT
OCT RETINA SCAN RS-3000
L’innovativo sistema Nidek per la tomografia computerizzata ottica affianca ad un sistema OCT di ultima generazione (dominio di Fourier / Spettrale) un sistema di acquisizione SLO (Scanning Laser Ophthalmoscope) dell’immagine in real-time di riferimento.
L’utilizzo contemporaneo di questi due sistemi di ultima generazione permette di eseguire esami in miosi con estrema semplicità ottenendo immagini di altissima qualità fortemente correlate nelle diverse situazioni.
RS-3000 è in grado di acquisire 53.000 scansioni al secondo, rendendo possibile registrare in brevissimo tempo l’immagine OCT di interesse e generare immagini tridimensionali in soli 1,6 secondi. L'area di indagine è particolarmente ampia: 9mm x 9mm.
L’avanzato sistema ottico e la sorprendente velocità di acquisizione permettono la generazione di immagini OCT HD, cioè ad altissima definizione.
La presenza dell’auto-focus rende semplicissima l’esecuzione dell’esame, garantendo immagini ottimamente contrastate.
L’immagine SLO generata da RS-3000 è la più ampia del mercato (40° x 30°)fornendo all'operatore una vasta area di indagine senza dover movimentare il paziente.
La tomografia a coerenza ottica, o OCT (Optical Coherence Tomography), è una recente tecnica di imaging, non invasiva, che fornisce immagini ad alta risoluzione di sezioni della retina umana in vivo, permettendo la diagnosi, la stadiazione ed il follow-up di numerose affezioni retiniche.
Il potere di risoluzione longitudinale dell'OCT di nuova generazione (OCT III) è di circa 7-10 µm, ben superiore a quello di altre tecniche di diagnosi per immagine, come l'ecografia B-scan e l'oftalmoscopia a scansione laser, che forniscono rispettivamente immagini con una risoluzione di 150 e 300 µm.
OCT (Optical Coherence Tomography)
L'OCT funziona tramite una tecnica di misurazione ottica chiamata interferometria a bassa coerenza. Il principio di funzionamento dell'interferometria è simile a quello dell'ecografia, differenziandosene per il fatto di sfruttare la riflessione di onde luminose da parte delle diverse strutture oculari piuttosto che la riflessione delle onde acustiche. La caratteristica principale consiste nel fatto che la velocità della luce è quasi un milione di volte più veloce di quella del suono, consentendo la misurazione di strutture e distanze dell'ordine di 10 µm, contro i 100-150 degli ultrasuoni. Un'altra caratteristica importante è che l'interferometria ottica, a differenza degli ultrasuoni, non richiede alcun contatto fisico con il tessuto esaminato.
L'OCT proietta sulla retina un fascio di lunghezza d'onda nel vicino infrarosso (820 nm) generato da un diodo superluminescente; confronta quindi i tempi di propagazione dell'eco della luce riflessa dalla retina con quelli relativi allo stesso fascio di luce riflesso da uno specchio di riferimento posto a distanza nota. Benché la luce riflessa dalla retina sia composta da eco multipli, la distanza percorsa dagli stessi viene determinata tramite la variazione della distanza dallo specchio di riferimento. L'interferometro OCT rileva elettronicamente, raccoglie, elabora e memorizza gli schemi di ritardo dell'eco provenienti dalla retina. I tomogrammi vengono visualizzati in tempo reale utilizzando una scala in falsi colori che rappresenta il grado di reflettività dei tessuti posti a diversa profondità: i colori scuri (blu e nero) rappresentano zone a minima reflettività ottica, mentre i colori chiari come il rosso ed il bianco definiscono zone molto riflettenti. Infine il sistema memorizza le scansioni selezionate, permettendone la successiva elaborazione, tra cui la possibilità di correggere l'effetto dei movimenti oculari longitudinali (ma non di quelli trasversali).
L'OCT è quindi un esame semplice, rapido, non invasivo ed altamente riproducibile, ma è limitato dalla presenza di qualsiasi opacità dei mezzi diottrici (edema o leucomi corneali, cataratta, emovitreo) e dalla miosi.
Le immagini tomografiche ottenute con l'OCT permettono uno studio sia di tipo qualitativo che quantitativo del tessuto retinico, con la possibilità di dirigere la scannerizzazione direttamente verso la zona di interesse grazie alla contemporanea osservazione della retina. Dal punto di vista qualitativo su ogni scansione si può effettuare un'analisi della morfologia e del grado di reflettività degli strati retinici. Per quanto riguarda la valutazione quantitativa lo strumento permette di misurare lo spessore della retina, che può anche essere rappresentato in mappe di spessore
La Microperimetria (MP1)
La Microperimetria (MP1) è un' indagine diagnostica non invasiva di recente introduzione nella pratica clinica che integra in un unico strumento i dati soggettivi della perimetria computerizzata e i dati oggettivi delle immagini retiniche, ottenendo misurazioni precise della funzionalità retinica e maculare.
La Microperimetria (MP1) permette di studiare con precisione la funzionalità dell'area retinica interessata, fornendo così la possibilità di conoscere la relazione tra morfologia e funzione delle diverse zone della retina.
Le principali funzioni dell' MP1 sono la retinografia digitale a colori, l'esame della fissazione e la perimetria maculare. La retinografia è l'acquisizione fotografica di un'immagine del fundus oculi a colori.
L'esame della fissazione determina la fissazione del paziente e lo studio della sua stabilità nel corso del tempo.
La perimetria si esegue mediante la proiezione di una mira di fissazione stabile e una sequenza di stimoli luminosi di intensità variabile che testano la sensibilità retinica.
La Microperimetria è attualmente utilizzata per analizzare la funzionalità della regione maculare in pazienti affetti da degenerazione maculare senile e miopica complicate con neovascolarizzazione coroideale, nell'edema maculare, nei diversi tipi di maculopatia, nel foro maculare, nelle membrane epiretiniche, nella sindrome da trazione vitreo-maculare e nelle microtropie di cui possono essere affetti i bambini.
Ripetre l'esame prima e dopo un trattamento terapeutico consente di verificare l'efficacia della cura.
L'esame dura pochi minuti ed è richiesta la massima collaborazione da parte del paziente. Non esiste nessun effetto collaterale e nessuna controindicazione all'esecuzione del test.
RTA
L'RTA è uno strumento che, proiettando un sottile fascio di luce sul fondo dell'occhio, quindi senza alcun danno e senza alcun fastidio per il paziente, misura lo spessore della retina nella sua regione più importante: la macula.
L'RTA risulta essere particolarmente utile, quindi, nella valutazione delle eventuali variazioni dello spessore della retina e quindi nella diagnosi e nel monitoraggio degli edemi maculari, cioè di quelle situazioni patologiche di diversa causa (retinopatia diabetica, trombosi venosa retinica, sindrome da trazione vitreo-maculare, ecc.) caratterizzate dall'accumulo di liquidi all'interno della retina con conseguente aumento del suo spessore.
Inoltre l'RTA, sempre analizzando variazioni del spessore in regione maculare e, con l'ultima versione dell'apparecchio, nell'area intorno alla papilla ottica, diventa importante anche nel diagnosticare precocemente eventuali difetti del nervo ottico e nel seguire nel tempo l'evoluzione di tali difetti nei pazienti con glaucoma cronico.
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